Il primo giorno di scuola di una nuova classe è una pagina bianca, che inizia a riempirsi di poche impressioni, e spesso sbagliate.
Da insegnante cerchi di farti un’idea degli esseri con i quali passerai diversi mesi della tua esistenza.
Qualche indizio, qualche segno profetico a volte brilla, rimane impresso nella pellicola dei tuoi ricordi.
Una maglietta dei Black Sabbath indossata dalla ragazzina più candida e timida, un accento buffo della Basilicata, una polo allacciata fino all’ultimo bottone, cose così.

Il segno di una mattina di qualche anno fa è uno sfondo desktop dei Velvet Underground, che fa capolino dietro all’editor con il codice sbagliato che non funziona ad Alessandro.
Alessandro che è venuto con modestia ma anche tanta volontà ad arricchire le sue possibilità di farcela nel mondo del digitale.
Non so nient’altro quel giorno di lui, qualche anno dopo capiterò in vacanza per caso nelle sue colline abruzzesi, ma quel giorno inizia sconsolato a sbagliare, senza essere ancora consapevole che è il miglior modo, l’unico per imparare.
Gli correggo il codice, e volentieri interromperei la lezione per mettermi a parlare con lui della storia dietro Perfect Day, di Lou Reed, di Nico e delle scale usate da Cale, di Andy Warhol, ma ovviamente non l’ho fatto.
Il nostro Cosimo Lupo, che ha inventato la Scuola Mohole, nomina sempre ai ragazzi l’importanza di trovare la propria Identità durante gli studi, e conto che Alessandro l’abbia trovata, o più probabilmente ce l’aveva già saldamente in pugno, e che Mohole abbia contribuito in piccola parte a renderla più concreta.
Ok, la smetto, buona fortuna piccolo grande uomo che provi in Irlanda a pulire il tuo angolo di sporco mondo, ne abbiamo bisogno.
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